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Concessioni balneari: ultime notizie per le deroghe al 2024

Nell’ultima proposta di legge sono presenti importanti novità sulle spiagge italiane e dettagli sulle possibili deroghe per le gare: ecco le ultime notizie per le concessioni balneari in breve.

In queste ore è all’esame dei gruppi politici la proposta definitiva per il ddl concorrenza: le novità della riforma delle spiagge italiane sono molte, e riguardano i due punti cardine. Non solo le date di scadenza delle concessioni balneari, ma le possibilità di indennizzo per i concessionari uscenti.

Concessioni balneari: ultime notizie per le deroghe al 2024

Esclusa del tutto la possibilità di proroga delle concessioni balneari, c’è poco margine di manovra. La data ultima per le gare delle concessioni balneari resta il 31 dicembre 2023, tranne in caso di contenziosi legali, oppure di difficoltà oggettive da parte delle amministrazioni comunali nell’espletare le procedure.

Infatti, stando alla Riforma delle Concessioni Balneari, a partire dal 1 gennaio 2024 le concessioni saranno riassegnate tramite bandi pubblici.  Le gare per le spiagge dovranno essere rinviate al 31 dicembre 2024 solo in alcuni casi ben precisi.

La deroga di un anno per le gare vale solo in questi casi, ma in base a cosa prevede la legge Bolkenstein, i tempi per la riforma sono e restano molto stretti. Impostare una gara per ogni concessione demaniale marittima, infatti, prevede molti rallentamenti per le amministrazioni locali. A questo si aggiunge il malcontento dei concessionari e dei lavoratori delle spiagge.

Molti enti e associazioni infatti hanno richiesto una mappatura completa della situazione attuale. Un censimento degli stabilimenti balneari, e di tutte le attività attive grazie alle concessioni demaniali, però, è ancora lontano dalla realizzazione.

Per tutte le concessioni demaniali marittime, ricordiamo che la scadenza tassativa è il 31 dicembre 2023.

La deroga di un anno per le concessioni balneari è valida solo in un caso. Si parla infatti di “difficoltà oggettive e documentate da parte dei Comuni Costieri”. Solo in questi casi, quindi, la concessione balneare da parte del concessionario uscente resta legittima fino al 31 dicembre 2024.

Novità della riforma spiagge sull’indennizzo dei balneari

In merito all’indennizzo per gli attuali concessionari degli stabilimenti balneari, la riforma delle spiagge rimanda i dettagli al Decreto Attuativo. L’indennizzo economico, da riconoscere agli attuali gestori di stabilimenti balneari in caso di perdita delle concessioni di spiaggia, è uno dei temi chiave della riforma delle spiagge.

La riforma del demanio marittimo infatti vede nella gestione degli indennizzi uno dei suoi elementi più controversi.

L’indennizzo per i balneari dovrebbe essere calcolato sulla base delle scritture contabili, o di una perizia giurata redatta da un professionista abilitato, che ne attesti la consistenza. Ma attualmente, nulla è certo per la riforma delle spiagge.

Il ddl concorrenza, infatti, parlava inizialmente di un indennizzo a carico del concessionario subentrante per la perdita dell’avviamento, “connesso ad attività commerciali o di interesse turistico, del valore residuo dei beni immobili oggetto di investimenti per l’esercizio dell’impresa”.

Anche l’ipotesi delle sanzioni per false informazioni resta in sospeso. Si parlava di reclusione da due a cinque anni e di una multa che potrebbe andare da 50.000 a 100.000 euro per chi dichiara il falso.

I tempi della riforma delle concessioni balneari

La bozza della riforma delle spiagge è stata presentata il 24 maggio, ed è attualmente in esame da parte dei gruppi politici.

Questa riforma organica del settore, stando alle dichiarazioni del Governo Draghi, che sappiamo non ha convinto né le associazioni di categoria, né le forze politiche, deve essere tassativamente approvata entro il mese di giugno. Nei prossimi giorni si procederà quindi al voto del DDL concorrenza al Senato, e successivamente alla Camera.

Una volta approvata la riforma delle concessioni balneari così ideata, sarà compito delle Regioni emanare le ordinanze locali, e successivamente ai Comuni espletare le gare.

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