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I tempi della riforma delle concessioni balneari

Archiviate le ipotesi di proroga per le concessioni demaniali marittime fino al 2033, con la riforma il Governo è impegnato a rispettare i tempi delle concessioni balneari voluti dalla Commissione Europea. Ecco i tempi previsti per i gestori degli stabilimenti.
Il governo Draghi, come abbiamo visto, ha approvato l’emendamento del DDL concorrenza, adesso all’esame della X Commissione del Senato.
Ma in base a cosa prevede la legge Bolkenstein, i tempi per attuare la riforma sono molto stretti.

I tempi della riforma

Questa riforma organica del settore, che sappiamo non ha convinto né le associazioni di categoria, né le forze politiche, deve essere tassativamente approvata entro il mese di giugno. Solo in seconda battuta, le Regioni potranno emanare le ordinanze per regolamentare la riassegnazione pubblica dei titoli di concessioni demaniali marittime.
Terminato l’iter burocratico da parte delle Regioni, toccherà ai singoli comuni organizzare e indire le gare.
Stiamo parlando quindi di una gara per ogni concessione demaniale marittima: il totale è di diverse migliaia di gare da gestire. Molti Comuni si troverebbero ad affrontare decine di procedure diverse. Sempre rispettando, ovviamente, le scadenze e le direttive europee.
Le amministrazioni pubbliche, nel brevissimo tempo, dovranno definire procedure, bandire le aste, il tutto entro dicembre 2023.
Gli enti locali, attualmente, non sono in grado di gestire con le proprie amministrazioni i tempi della riforma delle concessioni balneari. Il Governo è consapevole di ciò. E quindi quale sarà la tempistica definitiva?

Concessioni balneari: le ultime notizie

Le ipotesi in ballo in Senato prevedono l’istituzione di un periodo più lungo rispetto alla scadenza imposta.
Si pensa di una proroga da uno a tre anni prima dell’asta delle concessioni balneari, pur restando la realtà che le sentenze – europee prima, e italiane poi – proibiscono qualsiasi ulteriore proroga.
La dilatazione dei tempi dovrà essere giustificata agli occhi della Commissione Europea, soprattutto a seguito della sentenza appena recapitata al Portogallo, uno dei Paesi non allineati con la legge Bolkestein.
Anche nella proposta elaborata dal governo sono presenti meccanismi di premialità per i titolari uscenti, in particolare il riconoscimento di un indennizzo economico a carico dell’eventuale concessionario subentrante in caso di passaggio del titolo.

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