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Riforma spiagge approvata: ecco la legge ufficiale

Ddl concorrenza: il Senato approva la legge. Ecco i dettagli per la riforma spiagge approvata, che passerà alla Camera dei deputati, dove andrà ai voti tra giugno e luglio.

L’esigenza di conciliare la direttiva Bolkestein con la situazione attuale delle concessioni demaniali marittime ha avuto una prima conclusione. Le concessioni balneari andranno all’asta, come già detto, al 31 dicembre 2023.

Solo in caso di difficoltà oggettive delle amministrazioni comunali, la norma dà una deroga di un anno per espletare i bandi di gara per la riassegnazione delle concessioni delle spiagge.

I nodi della riforma delle spiagge già discussi nelle scorse settimane non sono stati sciolti del tutto. Ecco una breve analisi del testo prodotto e approvato.

Gli indennizzi nella riforma spiagge approvata al Senato: nuovo rimando al decreto attuativo

Nessuna notizia in merito agli indennizzi: ogni dettaglio è stato rinviato al decreto attuativo, che le camere dovranno emanare entro ottobre 2022.

Questo implica che per gli stabilimenti balneari in funzione, e quindi per le migliaia di imprese private attualmente operative, non ci sono certezze sulle modalità di indennizzo, né sugli importi che otterranno in caso di perdita della concessione balneare in occasione delle aste.

Concessioni balneari: i criteri per le gare

I decreti attuativi delle singole aste per le concessioni dovranno individuare alcuni punti cardine.

Le concessioni balneari alla fine, in ottemperanza del ddl concorrenza, dovranno essere affidate in base a procedure selettive nel rispetto dei principi di imparzialità, non discriminazione, parità di trattamento, massima partecipazione, trasparenza e adeguata pubblicità.

Per evitare la concessione a pochi grandi capitali, si prevede inoltre il frazionamento in piccoli lotti delle aree demaniali marittime da affidare, al fine di favorire la partecipazione di microimprese e piccole imprese. Infatti, sono proprio imprese balneari di queste dimensioni che ad oggi gestiscono gli stabilimenti balneari italiani.

Nel tentativo di premiare gli attuali concessionari, senza andare in contrasto con la direttiva europea e rispettando il ddl concorrenza, la riforma spiagge prevede un punto ulteriore. Le gare terranno infatti conto dell’esperienza tecnica e professionale già acquisita in relazione all’attività oggetto di concessione. Ma non solo: terrà conto anche della posizione dei soggetti che, nei cinque anni antecedenti l’avvio della procedura, hanno utilizzato la concessione balneare come prevalente fonte di reddito.

Durata concessioni balneari dopo la riforma spiagge

Dopo la definizione degli indennizzi, però, c’è un nuovo interrogativo per gli stabilimenti balneari: la durata delle nuove concessioni balneari.

Stando alla normativa, sarà cura dei Comuni decidere la durata delle nuove concessioni. I titoli dovranno durare per un periodo non superiore a quanto necessario per garantire l’ammortamento e l’equa remunerazione degli investimenti autorizzati.

Aumento dei canoni demaniali per la difesa delle coste

La riforma delle spiagge approvata richiede inoltre un aumento dei canoni per le concessioni demaniali marittime. Questo importo, ancora in fase di quantificazione secondo criteri da definire, dovrà prevedere una quota da destinare a interventi di difesa delle coste.

Riforma spiagge approvata: i tempi per le concessioni balneari

Ci sono forti margini di miglioramento, e la riforma spiagge approvata dal Senato è ancora passibile di modifiche in fase di approvazione da parte della Camera dei Deputati.

I punti da migliorare sono molti, le incertezze anche. Le associazioni di categoria non sono soddisfatte, in quanto la direzione è troppo generica e ci sono troppe zone d’ombra. Non ci resta che aspettare.

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