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Nuova sentenza concessioni balneari: a che punto siamo?

In queste ultime settimane si ritorna a parlare di riforma delle concessioni balneari ed è utile fare il punto sul cammino burocratico.

La questione è chiara: l’Europa vuole che anche l’Italia si adatti a quello che è il principio di concorrenza per le concessioni balneari. Se ne discute da tempo, ma adesso l’UE incalza.

In un primo momento si è pensato che la questione potesse essere affrontata con il DDL Concorrenza, approvato nel mese di Novembre ’21, ma così non è stato. Nelle sue dichiarazioni, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha dato una spiegazione della scelta fatta dal Governo con queste parole:

“Questo governo intraprende una terza strada, che crediamo possa essere più efficace. Avviamo un’operazione di trasparenza e mappiamo tutte le concessioni in essere, come quelle relative alle spiagge, alle acque minerali e termali, alle frequenze. Si tratta di un provvedimento analogo a quanto ci apprestiamo a fare con il catasto. I cittadini potranno così verificare quanto ciascun concessionario paghi per esercitare la sua attività. Ci aspettiamo che questo esercizio metta in evidenza la frammentazione delle competenze tra amministrazioni centrali e territoriali e la scarsa redditività per il governo della maggior parte delle concessioni”.

A queste parole fanno eco quelle della portavoce per il Mercato interno della Commissione Europe, Sonya Gospodinova, che ha ribadito l’importanza di un rapido adeguamento della legislazione italiana in merito a questo argomento. Quello che si chiede, quindi, è che l’Italia si adegui a ciò che viene richiesto dal diritto europeo e dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia in merito alle pratiche per l’attribuzione delle concessioni balneari.

Un botta e risposta che sottolinea la necessità di una imminente riforma delle concessioni balneari. Da quel momento sono passati alcuni mesi. Cosa è cambiato?

Lo stato attuale della riforma delle concessioni balneari

Per arrivare ai giorni nostri è utile fare un passo indietro.

Il sistema italiano delle concessioni balneari è stato messo in discussione da Bruxelles a partire dal 2009. Tredici anni scanditi da segnalazioni, inviti e una prima procedura d’infrazione pronunciata dalla Corte di Giustizia UE nel 2016. In quel frangente l’Italia venne condannata per non aver rispettato le norme europee sul mercato unico e sulla concorrenza.

La seconda procedura d’infrazione risale al 2020. L’accusa mossa all’Italia era quella di non essersi adeguata a quanto richiesto ma, anzi, di aver prorogato le concessioni in atto fino alla fine del 2033.

Da quel momento la Comunità Europea spinge ancora di più affinché l’Italia si adegui e rispetti a pieno il diritto dell’Unione Europea in materia di concessioni balneari. Cosa è successo negli ultimi due anni e quali sono i nuovi sviluppi in merito alla riforma delle concessioni balneari che viene richiesta a gran voce dalle autorità europee?

Quello che si sa per certo in questo momento è che il Consiglio di Stato ha cassato la proroga delle concessioni balneari fino al 31 Dicembre 2033. Per questo motivo che la palla è passata ai Ministri interessati, Giorgetti e Garavaglia, ai quali è stato richiesto un correttivo. Al momento, però, non c’è ancora nulla di concreto. Nella speranza di definire una soluzione condivisa in tempi rapidi è stato annunciato un tavolo tecnico con i concessionari. Questi ultimi da tempo chiedono di partecipare alla stesura della riforma in prima persona, supportati spesso anche dagli esponenti della politica regionale.

La sentenza del Consiglio di Stato

Dato che si è giunti nuovamente a un punto fermo è utile approfondire quanto stabilito dalla sentenza della VI sezione del Consiglio di Stato n. 229 del 13 gennaio 2022.

Al momento il Consiglio di Stato ha dichiarato che la proprietà delle aziende balneari sussiste in capo ai concessionari. Non solo. Nella sentenza è stato dichiarato anche che la scadenza delle concessioni balneari è fissata al 31 Dicembre 2023. Cade, quindi, la data del 31 Dicembre 2033.

Nello specifico, è stato dichiarato che “le concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative già in essere continuano a essere efficaci sino al 31 dicembre 2023”.

Mentre per quelle che sono le opere realizzate sulla superficie demaniale dai concessionari è stato stabilito che, ai sensi dell’art. 952 c.c.,  sono di proprietà privata ed esclusiva fino all’effettiva scadenza.

Al momento, quindi, sono questi gli unici punti fermi che si hanno nel percorso di riforma delle concessioni balneari. Questa, infatti, non ha preso il via in maniera concreta. Come andrà a finire?

Vi terremo informati su tutti quelli che saranno i prossimi sviluppi e su quelle che saranno le decisioni del Governo in materia.

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