Concessioni Balneari: tutti gli emendamenti presentati
Dalla pubblicazione della riforma del 15 febbraio 2022 a oggi, 21 marzo 2022, sono stati presentati circa 250 emendamenti dalle diverse forze politiche in merito alle concessioni balneari. I temi sollevati dal DDL concorrenza sono tanti, ma di questi sicuramente il tema delle concessioni demaniali marittime è il più scottante.
A seguito della conferma della scadenza per le attuali concessioni balneari al 31 dicembre 2023, i gestori di stabilimenti balneari hanno iniziato una serie di attività di protesta a livello locale e nazionale – al quale Cocobuk ha partecipato in prima persona! Considerate queste numerose iniziative, volute dai balneari per protestare contro la riforma delle concessioni, ecco qual è la situazione attuale.
Il rischio principale, paventato dalla categoria dei balneari, è che le attuali concessioni scadano prima che venga emessa una nuova normativa completa, in grado di dirimere tutte le problematiche. In caso contrario, i gestori non perderebbero solo la concessione demaniale marittima, ma anche l’indennizzo economico previsto!
Sebbene tutte le forze politiche stiano cercando di proporre soluzioni per giungere ad una conclusione pacifica, è ancora lontana una risoluzione definitiva – che potrebbe passare attraverso un voto di fiducia alla camera.
Un altro argomento “caldo” della riforma sulle concessioni balneari è la mappatura delle concessioni demaniali marittime esistente. Molti enti e associazioni infatti hanno richiesto una mappatura completa della situazione attuale. Un censimento degli stabilimenti balneari, e di tutte le attività attive grazie alle concessioni demaniali, è auspicabile e necessario per molti.
Allo stesso modo, i balneari vogliono chiarezza anche sulle previsioni di calcolo del valore aziendale dello stabilimento.
Gli emendamenti presentati per le concessioni balneari: il valore aziendale
Tra gli aspetti più controversi della riforma dei balneari, infatti, c’è proprio il riconoscimento del valore aziendale degli stabilimenti balneari.
La normativa inizialmente prevedeva infatti un indennizzo economico calcolato su tutti i beni della struttura balneare, sia quelli materiali che quelli immateriali. Successivamente, invece, l’indennizzo fa riferimento esclusivamente a investimenti non ammortizzati: questo riferimento viene giudicato insufficiente a coprire le spese sostenute dalla categoria.
Quest’aspetto economico resta cruciale, soprattutto per gestire il rapporto tra concessionario uscente e concessionario entrante. Infatti, stando all’attuale proposta di legge, l’indennizzo è in carico al concessionario entrante. Ma attualmente, non è chiaro a quanto questo indennizzo possa ammontare.
Un altro importante tassello da risolvere è quello della tempistica necessaria per portare a termine questo maxi-emendamento del governo: non ci sono i tempi tecnici per le gare delle spiagge entro il 2024.
Infatti, stando alla Riforma delle Concessioni Balneari, a partire dal 1 gennaio 2024 le concessioni saranno riassegnate tramite bandi pubblici. La problematica principale è la gestione delle domande che dovrebbero arrivare in brevissimo tempo!
Gli enti coinvolti sono molteplici, a partire dai Comuni. Questi ultimi non sono attualmente preparati a gestire tutte le domande di concessione. Infatti, nell’arco di pochissimo tempo, sarebbero proprio gli uffici comunali a dover gestire migliaia di procedure di evidenza pubblica, senza avere le risorse necessarie per farlo. O, quel che è peggio, il tempo per effettuare una corretta analisi.
Concessioni e DDL concorrenza: cosa ci aspetta?
Alla luce degli innumerevoli emendamenti presentati, e avendo ascoltato le parti in causa, si comprende quanto il DDL concorrenza modificherà profondamente il panorama delle spiagge italiane.
Possiamo solo aspettare, e comprendere in che forma la riforma diventerà legge a tutti gli effetti.
